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Nati vecchi e morti bambini

Nati vecchi e morti bambini
Flavio Pasotti, un imprenditore di Brescia di 58 anni, un ragazzo in confronto a me che di fatti lo ricordo nella giovanile del PRI, con gusti e aspirazioni culturali e politiche ha organizzato a Milano, sabato scorso, un convegno delle associazioni (leggi partitini) liberal democratiche intitolato “L’Italia che non c’è”. C’erano invece molti generali senza truppe, alcuni caporali di giornata, ma niente in mezzo a loro che somigliasse a un Napoleone Bonaparte. C’era anche Della Vedova che cercava di raccogliere perlomeno qualcuno di costoro per rinforzare le sue scarsissime truppe ma Taradash propone a capo della “masnada” un sindacalista, il segretario della CISL metalmeccanici Marco Bentivogli.

Anche Giannino è ricomparso con la voce rauca perché aveva passato tutta la mattinata alla radio ma il miglior discorso, detto da tutti, l’ha fatto Davide Giacalone, anche lui della generazione repubblicana di Pasotti.

Nessuno però aveva una proposta concreta o almeno il coraggio di farla, la riunione si è sciolta tra gli applausi insistiti e sinceri per l’ultimo intervento, quello dell’economista Cottarelli: un applauso alle sue idee chiare e precise, un applauso al suo comportamento da vero signore al momento della sua designazione da parte del Presidente della Repubblica.

E’ andata così e ancora non si riesce a creare una opposizione democratica e liberale, io dico un fronte repubblicano, al governo cripto fascista che si sta installando in Italia anche nella coscienza della gente.

A Roma i radicali italiani sembrano aver accettato di far parte di “+Europa” che dovrebbe avere un primo direttivo di 15 persone composto, 5 per ciascuna, dalle 3 componenti iniziali della lista cioè Radicali Italiani, Forza Europa e gli amici di Bruno Tabacci che, francamente, in questo momento non ricordo come si chiamano.

Partecipava alla riunione anche il Segretario Nazionale del Partito Repubblicano Italiano Corrado De Rinaldis Saponaro. Tutti i presenti hanno creduto che aderisse ma poche ore dopo era d’accordo sul sito del partito con alcuni militanti che digrignavano i denti contro Pasotti, Turco, Giacalone e De Nicola che li avevano lungamente a suo tempo disprezzati e derisi quando il PRI era ancora una realtà politica vivente.

Io sono con Pasotti e con tutti quelli che vogliono unificare le forze ma è tremendamente difficile, forse bisognerà scendere ancora di una generazione per trovare persone meno collegate a storie antiche e complesse che poi hanno determinato la triste storia attuale. A forza di scendere si tornerà molto indietro: nati vecchi e morti bambini.

GIACOMO PROPERZJ - www.lettera43.it
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