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SARÀ TEMPORALE OPPURE NO

SARÀ TEMPORALE OPPURE NO
È arrivato il temporale, chi sta bene e chi sta male, così cantava Rascel negli anni Cinquanta, era per sorridere e per favorire di più, il grande ottimismo che circolava nel Paese. Magari fossimo oggi cosi come allora, c’era lavoro, l’industria tirava, cresceva tutto per ricostruire, insomma si annusava, il miracolo economico degli anni Sessanta.

Infatti, una giuria internazionale coordinata dal Financial Times, alla fine del ’59, assegnò alla Lira l’oscar delle valute, la nostra, allora fu ritenuta la più stabile dell’occidente, incredibile ma vero.

Pensate crescevamo al ritmo del 5 percento, solo il Giappone riusciva a starci sopra, erano quelli gli anni di Einaudi, costituente, ministro, governatore della banca d’Italia, capo dello Stato e guarda caso, grande uomo e grande liberale. Insomma un altro mondo, un’altra storia, eppure da allora, di governo in governo, siamo peggiorati, passo dopo passo s’è rovinato quel sogno di ricchezza costruito con fatica e volontà.

L’analisi da fare sarebbe lunga ovviamente, ma i due colossi politici d’allora, Dc e Pci, fecero tanto di quel che non serviva e troppi errori visti in prospettiva. Lo Stato ovunque, Enti pubblici creati e moltiplicati, impiego statale a gogò, assistenza e previdenza a fiumi e ben oltre il necessario, statalismo sfrenato in cambio di consenso e per finire, col deficit spending, insieme al bene si cominciò col male. Per amor di Patria sorvoliamo sulla mala gestione, sul clientelismo opaco, sul capitolo politica affari e su tanto altro fatto solo per opportunismo elettorale. Ecco perché l’albero ha iniziato a storcersi malamente, quando la via della crescita e dello sviluppo, è stata sostituita con quella dell’assistenza e del clientelismo, quando alla cultura liberale si è preferita quella cattocomunista, a partire dal sud.

Sia chiaro, questa nostra è una analisi grossolana, non pretendiamo il verbo, ma seppure nei limiti rende l’idea, che a spendere male e a sperperare, cresce solo il debito e la sfiducia generale. Per questo abbiamo usato Rascel e il temporale, perché ci ritroviamo in un passaggio grave ed epocale, che a sbagliare mossa può essere esiziale. Ebbene, la manovra prospettata dal Governo trainato dai grillini, non funziona e va male, la spesa improduttiva, l’assistenza, l’espansione dell’apparato pubblico, il deficit senza prospettiva, è una scriteriatezza pericolosa e basta.

Quindi manca tutto di ciò che servirebbe, manca lo stimolo alla produzione, manca l’effetto leva, manca la scossa fiscale, la semplificazione e manca la cultura della crescita e del fare, insomma soldi buttati malamente. Tra qualche giorno arriveranno i giudizi, le valutazioni, le opinioni sul debito, si chiamano rating ovviamente e in questo caso c’è poco da sperare, grasso che cola se tutto resta tale e quale. Noi le agenzie non le amiamo affatto, siamo convinti che sarebbe necessario intervenire, per stabilire regole di giudizio condivise e chiare, ci sono troppe opacità su graduatorie e metodi, ma a dargli una mano per colpire, è autolesionismo puro. Cambiate la manovra signori del Governo, cambiatela bene e soprattutto, cambiatela adesso prima che piova.

Arturo Diaconale - www.opinione.it
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