La libertà!
Servirà uno sforzo colossale per ricostruire nella società in cui viviamo il valore della libertà, che abbiamo riscoperto durante la quarantena sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19 e che forse tutti noi avevamo dato per scontata ed acquisita e che invece, come abbiamo drammaticamente vissuto sulla nostra pelle, poi così non era.
Non basta solo essere liberi individualmente, la libertà adulta è in primo luogo responsabile, condivisa e solidale.
Durante il “lockdown” ci è sembrato di avere le nostre vite sospese, durante quelle settimane che parevano infinite, ci hanno talmente sfiniti, che ci siamo quasi convinti che nulla potesse più essere come prima.
Eravamo forse tutti quanti illusi di essere nell’età dei diritti e invece ci siamo scoperti a sospirare per il diritto a mettere anche solo il naso fuori dalla porta di casa.
Negli ospedali, la nostra libertà primaria, quella alla vita, è stata drammaticamente vincolata alla disponibilità dei posti letto.
Prima ci avevano per anni sfinito, affermando il bene supremo della privacy di ogni individuo, e poi ci scopriamo sorvegliati a ogni nostro passo, lo scopo primario è certamente comprensibile, addirittura nobile e lodevole, ma l’esito forse non poi così certo e sperato.
Dovremmo iniziare seriamente a riflettere sulle dicotomie con le quali abbiamo solo cominciato a fare i conti, quella del “potere” contro la “libertà”, tra sorveglianza totalitaria e rafforzamento della cittadinanza da un lato e isolazionismo nazionalista e solidarietà globale dall’altro.
La riduzione forzosa dei nostri rapporti sociali, a cui siamo ancora oggi sottoposti, a partire dal diritto di andare a lavorare, diritto tra l’altro sancito dall’articolo 1 della nostra Costituzione, è una trasformazione antropologica imposta alla nostra società moderna da parte dello Stato, ed una enorme limitazione alla nostra libertà personale.
Lo Stato deve iniziare finalmente a formare, partendo dalla scuola, i suoi cittadini, maturi e consapevoli, ed attraverso una democrazia liberale, forte e soprattutto partecipata, arrivare ad una libertà personale e sociale più consapevole, responsabile e rispettosa.
Anche quando ci sembra di vivere la notte più buia e lunga della nostra vita non si è mai veramente soli, perché si è comunque sempre in presenza di se stessi e finché le case avranno finestre, ci si potrà sempre affacciare per guardare fuori.
La consapevolezza di noi stessi ed il bisogno ancestrale di socializzazione che è insito dentro ognuno di noi, ci consentirà di comprendere che quella libertà che davamo erroneamente per scontata è un valore imprescindibile ed inalienabile di ogni essere umano, esserne finalmente consapevoli ci aiuterà a vivere meglio sia con gli altri che con stessi.
‘Se sei triste quando sei da solo, probabilmente sei in cattiva compagnia’, diceva Jean-Paul Sartre.
Cambiare si può, anzi cambiare si deve.
Se non adesso quando!
Fabrizio Biagioni
Partito Liberale Italiano
Viareggio e Versilia
Estratto da www.noiliberali.it/post.asp?id=123