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BEPPE E LA SCATOLA DI TONNO

BEPPE E LA SCATOLA DI TONNO
Apriremo il Paese come una scatola di tonno. Questo proponeva Beppe Grillo a un popolo disilluso, incazzato con una politica inetta e con una burocrazia talmente oppressiva capace solo di complicare tutto. Offriva, Grillo, una rivoluzione.
Dopo il tentativo di ammodernare il Paese di Renzi, avversato dal suo stesso Partito e dalla cultura chic della sinistra riflessiva, fallito per cause che ora non indaghiamo, il piatto era servito. Mettiamo in Parlamento dei portavoce senza nè arte nè parte che di sicuro faranno meglio dei politici di professione, tutti ladri e corrotti, affidiamoci al clic e mettiamo ministro delle infrastrutture un Toninelli e affidiamo il futuro della Patria a una Barbara Lezzi che di sicuro sapranno fare di meglio. Nel frattempo cerchiamo di mandare tutti i colletti bianchi in galera e buttiamo via la chiave così rigeneriamo il Paese e per questo affidiamo la giustizia a Bonafede.
Missione compiuta. La scatola di tonno è stata aperta. Ma è stato così?
L'errore di Grillo è stato il non valutare che la truppa di 330 prescelti dal clic non è antropologicamente diversa dagli italiani che l'ha preceduta e che, diversamente da questi, per andare in Parlamento ha dovuto sudare piuttosto che vincere la lotteria.
Andreotti diceva 'il potere logora chi non ce l'ha'. Aveva torto il divo Giulio, almeno per i grillini che erano nati contro il potere. Messo il culo sulle tanto disprezzate poltrone i grillini hanno apprezzato la fattura, la tappezzeria e le bandiere dell'Italia e dell'Europa immancabili come il quadretto con la faccia di Mattarella dei loro conquistati uffici.
E hanno incominciato a logorarsi perchè hanno smesso di far finta di essere diversi dagli altri, senza averne però lo spessore.
Si sono affidati a uno preso per caso come Conte che anche lui, abbagliato dai riflettori del potere, si è sentito Cavour e ha pensato di essere indispensabile.
Questa allegra brigata di ex rivoluzionari guidata per caso dallo statista con la puchette ha in tutto e per tutto assimilato i vecchi difetti della partitocrazia preesistente con l'aggiunta però dei grandi danni arrecati all'Italia ostaggio di NO pregiudiziali, giustizialismo sfrenato, attacchi alla democrazia rappresentativa e, come diceva Andreotti, questa volta giustamente, che è meglio tirare a campare che tirare le cuoia.
Nell'Italia dei fallimenti dove un governo, che decreta a giugno 2020 il prolungamento dello stato di emergenza e che conta 35000 morti di covid e riesce a non fare niente delle cose che aveva detto che si dovevano fare se non acquistare banchi con le rotelle, in autunno con l'avvento della seconda fase, completamente impreparati, arriviamo ad oggi con quasi 130000 morti, parte dei quali poteva essere evitata se si fosse provveduto a mettere in atto le misure previste per evitare i contagi nelle scuole, nei mezzi pubblici, in famiglia come era stato peraltro detto.
E si è cercato perfino di dare la colpa a noi italiani in quanto indisciplinati anche se i primi mesi d'estate con i troppi assembramenti non vi furono ricadute, come se il virus si fosse messo a dormire. E''da ferragosto che ricomincia e a fine settembre esplode, come era previsto.
Era quindi inevitabile e necessario affidare a mani più sicure, pragmatiche e autorevoli il governo del Paese.
Qui si è solo in parte riscattato Renzi che è la prima causa dell'avvento dei grillini dopo il Papeete, che se si fosse votato sarebbero stati cancellati.
Ci mise di suo Grillo che, consapevole del fallimento ebbe l'occasione di rimanere al potere col PD subalterno ma non fece i conti con la forza dello stesso potere e con la metamorfosi che questo aveva innestato nel suo movimento.
Una fine ingloriosa per chi voleva aprire il sistema come una scatola di tonno. I suoi diventati tonno.
Trovarsi a distanza di anni e fallimenti con una truppa in doppiopetto e con un oscuro ma elegante avvocato pugliese pronto a sfilargli il giocattolo e a integrarsi perfettamente nel sistema che si doveva rivoltare come un calzino è stata una vera doccia fredda per il comico genovese.
Si è accorto tardi e male e persino un gerarca minore come Crimi si è contaminato e gli volta le spalle.
Da quì la salutare esplosione. Forse il Paese ha ancora bisogno di un grillismo rivoluzionario che stimoli e faccia da spauracchio ma di sicuro ha bisogno di essere governato bene, coi piedi a terra, senza derive ideologiche e che ci porti fuori dalle crisi: quella del Covid e quella preesistente per la quale l'Italia cresceva la metà degli altri e non riusciva a realizzare, se non in tempi biblici, qualsiasi opera.
I governisti di Conte troveranno dentro o fuori in alleanza col PD - il partito istituzionale del potere - un'area di sopravvivenza e potranno, i pochi preparati che indubbiamente ci sono, continuare la propria avventura alla ricerca di una sedia, cercando di far dimenticare su quale piattaforma politica semi eversiva erano stati eletti.
L'Italia piano piano si normalizzerà e, si spera, si attrezzerà per riformare un sistema autoreferenziale ormai ossificato che non produce altro che impedimenti a tutto per la sua incapacità di gestire le cose: siccome non sono in grado di controllare allora metto un divieto.
La rivoluzione liberale è alle porte? Probabilmente no, ma almeno si rimettono a posto le cose dando loro un nome reale e non un nikname.
Beppe adesso si è rimesso l'elmetto, Letta trema e Draghi se ne frega e va avanti.....per fortuna.

Sante Dicuzzo
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